"Dopo la predicazione di una
povertà oltremodo felice, il Signore aggiunge: «Beati gli afflitti, perché
saranno consolati» (Mt 5, 4).
Carissimi, l'afflizione, alla quale qui viene promesso il conforto
eterno, non ha nulla in comune con le tribolazioni di questo mondo. Né si
tratta di quei lamenti che vengono emessi dagli uomini nel loro comune dolore.
Questi lamenti non rendono beato nessuno.
Diversa è la natura dei gemiti dei santi, come pure diversa è la causa
delle lacrime che meritano di essere chiamate beate.
Il dolore propriamente religioso è quello che piange o il peccato
proprio o quello degli altri. Né si duole perché questo male è colpito dalla
giustizia divina, ma, se si attrista, lo fa per quanto viene commesso dalla
iniquità umana".
Dal «Discorso sulle
beatitudini» di san Leone Magno, papa