"Osservate
quindi come, rispondendo loro con un'altra domanda, li esorti e li
attragga. Non chiede se sono capaci di morire, di versare il loro
sangue, ma domanda: «Potete voi bere il calice» e per animarli
aggiunge «che io devo bere?», in modo da renderli, con la
partecipazione alle sue sofferenze, più coraggiosi. Chiama la sua
passione «battesimo» per far capire che tutto il mondo ne avrebbe
ricevuto una grande purificazione. I due discepoli rispondono:
«Possiamo!». Promettono immediatamente, senza sapere ciò che
chiedono, con la speranza che la loro richiesta sia soddisfatta. E
Gesù risponde: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il
battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete» (Mc 10, 39).
Preannunzia loro grandi beni: Voi, cioè, sarete degni di subire il
martirio e soffrirete con me; finirete la vita con una morte eroica e
parteciperete a questi miei dolori. «Ma sedere però alla mia destra
e alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i
quali è stato preparato» (Mc 10, 40).
Dopo
aver preparato l'animo dei due discepoli e dopo averli fortificati
contro il dolore, allora corregge la loro richiesta".
Dalle
«Omelie sul vangelo di Matteo» di san Giovanni Crisostomo, vescovo