"La
storia del nostro destino ha due fasi: una che trascorre ora in mezzo
alle tentazioni e tribolazioni di questa vita, l'altra che sarà
nella sicurezza e nella gioia eterna. Per questo motivo è stata
istituita per noi anche la celebrazione dei due tempi, cioè quello
prima di Pasqua e quello dopo Pasqua. Il tempo che precede la Pasqua
raffigura la tribolazione nella quale ci troviamo; invece quello che
segue la Pasqua, rappresenta la beatitudine che godremo. Ciò che
celebriamo prima di Pasqua, è anche quello che operiamo. Ciò che
celebriamo dopo Pasqua, indica quello che ancora non possediamo. Per
questo trascorriamo il primo tempo in digiuni e preghiere. L'altro,
invece, dopo la fine dei digiuni lo celebriamo nella lode. Ecco
perché cantiamo: alleluia.
Infatti
in Cristo, nostro capo, è raffigurato e manifestato l'uno e l'altro
tempo. La passione del Signore ci presenta la vita attuale con il suo
aspetto di fatica, di tribolazione e con la prospettiva certa della
morte. Invece la risurrezione e la glorificazione del Signore sono
annunzio della vita che ci verrà donata".
Dai
«Commenti sui salmi» di sant'Agostino, vescovo