"Molti
marosi e minacciose tempeste ci sovrastano, ma non abbiamo paura di
essere sommersi, perché siamo fondati sulla roccia. Infuri pure il
mare, non potrà sgretolare la roccia. S'innalzino pure le onde, non
potranno affondare la navicella di Gesù. Cosa, dunque, dovremmo
temere? La morte? «Per me il vivere è Cristo e il morire un
guadagno» (Fil 1, 21). Allora l'esilio? «Del Signore è la terra e
quanto contiene» (Sal 23, 1). La confisca de beni? «Non abbiamo
portato nulla in questo mondo e nulla possiamo portarne via» (1 Tm
6, 7). Disprezzo le potenze di questo mondo e i suoi beni mi fanno
ridere. Non temo la povertà, non bramo ricchezze non temo la morte,
né desidero vivere, se non per il vostro bene. È per questo motivo
che ricordo le vicende attuali e vi prego di non perdere la fiducia".
Dalle
«Omelie» di san Giovanni Crisostomo, vescovo