"Il
beato Giobbe, essendo figura della santa Chiesa, a volte parla con la
voce del corpo, a v
volte invece con la voce del capo. E mentre parla
delle membra di lei, si eleva immediatamente alle parole del capo.
Perciò anche qui si soggiunge: Questo soffro, eppure non c'è
violenza nelle mie mani e pura è stata la mia preghiera (cfr. Gb 16,
17).
Cristo infatti soffrì la passione e
sopportò il tormento della croce per la nostra redenzione, sebbene
non avesse commesso violenza con le sue mani, né peccato, e neppure
vi fosse inganno sulla sua bocca. Egli solo fra tutti levò pura la
sua preghiera a Dio, perché anche nello stesso strazio della
passione pregò per i persecutori, dicendo: «Padre, perdonali,
perché non sanno quello che fanno» (Lc 23, 34)".
Dal
«Commento al libro di Giobbe» di san Gregorio Magno, papa