"Questo
dovere viene ribadito fortemente da Cristo e confermato con tutto il
peso della sua autorità. Egli dice: «Quando vi mettete a pregare,
se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre
vostro, che è nei cieli, perdoni a voi i vostri peccati» (Mc 11,
25). Nessuna scusa ti rimarrà nel giorno del giudizio, quando sarai
giudicato secondo il criterio che tu stesso hai usato con gli altri e
ciò che avrai fatto agli altri lo riceverai a tua volta. Dio infatti
ha prescritto che siamo operatori di pace, concordi e unanimi nella
sua casa. Quali ci fece con la seconda nascita, tali egli vuole che
perseveriamo, cioè nella condizione di rinati. Se siamo figli di
Dio, rimaniamo nella pace di Dio, e coloro che hanno un solo spirito,
abbiano pure un'unica anima e un unico sentimento. Dio non accoglie
il sacrificio di chi è in discordia, anzi comanda di ritornare
indietro dall'altare e di riconciliarsi prima col fratello. Solo così
le nostre preghiere saranno ispirate alla pace e Dio le gradirà. Il
sacrificio più grande da offrire a Dio è la nostra pace e la
fraterna concordia, è il popolo radunato dall'unità del Padre e del
Figlio e dello Spirito Santo".
Dal
trattato «Sul Padre nostro» di san Cipriano, vescovo e martire