"Infatti il timore è
considerato come la paura che ha l'umana debolezza quando teme di soffrire ciò
che non vorrebbe gli accadesse. Tale genere di timore si desta in noi con il
rimorso della colpa, di fronte al diritto del più potente, o all'attacco del
più forte, a causa di una malattia, per l'incontro con una bestia feroce o,
infine, per la sofferenza di qualsiasi male.
Non è questo il timore che qui si insegna, perché esso
deriva dalla debolezza naturale.
In questa linea di timore, infatti, ciò che si deve temere non è per nulla oggetto e materia di apprendimento, poiché le cose temibili si incaricano da se stesse a incutere terrore".
In questa linea di timore, infatti, ciò che si deve temere non è per nulla oggetto e materia di apprendimento, poiché le cose temibili si incaricano da se stesse a incutere terrore".
Dai «Trattati sui salmi» di Sant'Ilario, vescovo