"Innanzitutto
il dottore della pace e maestro dell'unità non volle che la
preghiera fosse esclusivamente individuale e privata, cioè
egoistica, come quando uno prega soltanto per sé.
Non diciamo «Padre
mio, che sei nei cieli», né: «Dammi oggi il mio pane», né
ciascuno chiede che sia rimesso soltanto il suo debito, o implora per
sé solo di non essere indotto in tentazione o di essere liberato dal
male. Per noi la preghiera è pubblica e universale, «quando
preghiamo, non imploriamo per uno solo, ma per tutto il popolo,
poiché tutto il popolo forma una cosa sola.
Il
Dio della pace e maestro della concordia, che ha insegnato l'unità,
volle che ciascuno pregasse per tutti, così come egli portò tutti
nella persona di uno solo".
Dal
trattato «Sul Padre nostro» di san Cipriano, vescovo e martire