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domenica 28 settembre 2014

Il Dono del Padre in Cristo (parte III)



"Ascoltiamo dalle parole dello stesso Signore quale sia il suo compito nei nostri confronti. Dice: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso» (Gv 16, 12). È bene per voi che io me ne vada, se me ne vado vi manderò il Consolatore (cfr. Gv 16, 7). Ancora: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità» (Gv 14, 16-17). «Egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio» (Gv 16, 13-14).
Insieme a tante altre promesse vi sono queste destinate ad aprire l'intelligenza delle alte cose. In queste parole vengono formulati sia la volontà del donatore, come pure la natura e il modo stesso del dono".


Dal «Trattato sulla Trinità» di sant'Ilario, vescovo

martedì 9 settembre 2014

Ostia spirituale (parte II)



"Questa vittima, dedicata con tutto il cuore, nutrita dalla fede, custodita dalla verità, integra per innocenza, monda per castità, coronata dalla carità, dobbiamo accompagnare all'altare di Dio con il decoro delle opere buone tra salmi e inni, ed essa ci impetrerà tutto da Dio.
Che cosa infatti negherà Dio alla preghiera che procede dallo spirito e dalla verità, egli che così l'ha voluta? Quante prove della sua efficacia leggiamo, sentiamo e crediamo!
L'antica preghiera liberava dal fuoco, dalle fiere e dalla fame, eppure non aveva ricevuto la forma da Cristo.
Quanto è più ampio il campo d'azione dell'orazione cristiana! La preghiera cristiana non chiamerà magari l'angelo della rugiada in mezzo al fuoco, non chiuderà le fauci ai leoni, non porterà il pranzo del contadino all'affamato, non darà il dono di immunizzarsi dal dolore, ma certo dà la virtù della sopportazione ferma e paziente a chi soffre, potenzia le capacità dell'anima con la fede nella ricompensa, mostra il valore grande del dolore accettato nel nome di Dio".


Dal trattato «L'orazione» di Tertulliano, sacerdote


lunedì 1 settembre 2014

Eterna verità e vera carità e cara eternità!



"Stimolato a rientrare in me stesso, sotto la tua guida, entrai nell'intimità del mio cuore, e lo potei fare perché tu ti sei fatto mio aiuto (cfr. Sal 29, 11). Entrai e vidi con l'occhio dell'anima mia, qualunque esso potesse essere, una luce inalterabile sopra il mio stesso sguardo interiore e sopra la mia intelligenza. Non era una luce terrena e visibile che splende dinanzi allo sguardo di ogni uomo. Direi anzi ancora poco se dicessi che era solo una luce più forte di quella comune, o anche tanto intensa da penetrare ogni cosa. Era un'altra luce, assai diversa da tutte le luci del mondo creato. Non stava al di sopra della mia intelligenza quasi come l'olio che galleggia sull'acqua, né come il cielo che si stende sopra la terra, ma una luce superiore. Era la luce che mi ha creato. E se mi trovavo sotto di essa, era perché ero stato creato da essa. Chi conosce la verità conosce questa luce".


Dalle «Confessioni» di sant'Agostino, vescovo

giovedì 24 luglio 2014

Ostia spirituale



"L'orazione è un sacrificio spirituale, che ha cancellato gli antichi sacrifici. «Che m'importa», dice, «dei vostri sacrifici senza numero? Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Chi richiede da voi queste cose?» (cfr. Is 1, 11).
Quello che richiede il Signore, l'insegna il vangelo: «Verrà l'ora», dice, «in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità. Dio infatti è Spirito» (Gv 4, 23) e perciò tali adoratori egli cerca.
Noi siamo i veri adoratori e i veri sacerdoti che, pregando in spirito, in spirito offriamo il sacrificio della preghiera, ostia a Dio appropriata e gradita, ostia che egli richiese e si provvide".


Dal trattato «L'orazione» di Tertulliano, sacerdote


domenica 6 luglio 2014

Voi siete la luce del mondo (parte II)



"Egli è il sole di giustizia. Molto giustamente quindi chiama luce del mondo anche i suoi discepoli, in quanto, per mezzo loro, come attraverso raggi splendenti, ha illuminato tutta la terra con la luce della sua verità. Diffondendo la luce della verità, essi hanno tolto le tenebre dell'errore dai cuori degli uomini.
Anche noi siamo stati illuminati per mezzo di loro, così da trasformarci da tenebre in luce, come dice l'Apostolo: «Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore: comportatevi come figli della luce» (Ef 5, 8). E ancora: Voi non siete figli della notte e delle tenebre, ma figli della luce del giorno (cfr. 1 Ts 5, 5). Ben a ragione quindi anche san Giovanni ha lasciato scritto nella sua lettera: «Dio è luce» (1 Gv 1, 5) e chi rimane in Dio si trova nella luce. Poiché dunque ci rallegriamo di essere stati liberati dalle tenebre dell'errore, è logico che quali figli della luce dobbiamo camminare sempre in essa".


Dai «Trattati sul vangelo di Matteo» di san Cromazio, vescovo

mercoledì 18 giugno 2014

Cristo, buon Pastore



«Io sono il buon Pastore; conosco le mie pecore», cioè le amo, «e le mie pecore conoscono me» (Gv 10, 14). Come a dire apertamente: corrispondono all'amore di chi le ama. La conoscenza precede sempre l'amore della verità.
Domandatevi, fratelli carissimi, se siete pecore del Signore, se lo conoscete, se conoscete il lume della verità. Parlo non solo della conoscenza della fede, ma anche di quella dell'amore; non del solo credere, ma anche dell'operare. L'evangelista Giovanni, infatti, spiega: «Chi dice: Conosco Dio, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo» (1 Gv 2, 4).
Perciò in questo stesso passo il Signore subito soggiunge: «Come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e offro la vita per le pecore» (Gv 10, 15). Come se dicesse esplicitamente: da questo risulta che io conosco il Padre e sono conosciuto dal Padre, perché offro la mia vita per le mie pecore; cioè io dimostro in quale misura amo il Padre dall'amore con cui muoio per le pecore".


Dalle «Omelie sui vangeli» di san Gregorio Magno papa