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lunedì 18 agosto 2014

L'incarnazione del Verbo (parte II)



"Egli stesso si costruì nella Vergine un tempio, cioè il corpo e, abitando in esso, ne fece un elemento per potersi rendere manifesto. Prese un corpo soggetto, come quello nostro, alla caducità e, nel suo immenso amore, lo offrì al Padre accettando la morte. Così annullò la legge della morte in tutti coloro che sarebbero morti in comunione con lui. Avvenne che la morte, colpendo lui, nel suo sforzo si esaurì completamente, perdendo ogni possibilità di nuocere ad altri. Gli uomini ricaduti nella mortalità furono resi da lui immortali e ricondotti dalla morte alla vita. Infatti in virtù del corpo che aveva assunto e della risurrezione che aveva conseguito distrusse la morte come fa il fuoco con una fogliolina secca. Egli dunque prese un corpo mortale perché questo, reso partecipe del Verbo sovrano, potesse soddisfare alla morte per tutti. Il corpo assunto, perché inabitato dal Verbo, divenne immortale e mediante la risurrezione, rimedio di immortalità per noi. Offrì alla morte in sacrificio e vittima purissima il corpo che aveva preso e offrendo il suo corpo per gli altri liberò dalla morte i suoi simili".


Dai «Discorsi» di sant'Atanasio, vescovo

giovedì 19 giugno 2014

Cristo ha dato il suo corpo per la vita di tutti



"Muoio, dice il Signore, per tutti, per vivificare tutti per mezzo mio. Con la mia carne ho redento la carne di tutti. La morte infatti morrà nella mia morte e la natura umana, che era caduta, risorgerà insieme con me.
Per questo infatti sono divenuto simile a voi, uomo cioè della stirpe di Abramo, per essere in tutto simile ai fratelli.
Ben comprendendo il progetto divino lo stesso san Paolo dice: «Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch'egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza, mediante la morte, colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo» (Eb 2, 14). Infatti in nessun'altra maniera si sarebbe potuto distruggere chi aveva il potere della morte, e con lui la morte stessa, se non con il sacrificio di Cristo. Uno solo si è immolato per la redenzione di tutti, perché la morte regnava su tutti".


Dal «Commento sul vangelo di san Giovanni» di san Cirillo d'Alessandria, vescovo